martedì 22 febbraio 2011

Terna, intesa con la Sicilia per sviluppo rete Previsti investimenti per un miliardo €

Roma, 18 febbraio - E' stato firmato venerdì da Giosuè Marino, vicepresidente della Regione siciliana con delega all'Energia, e da Luigi Roth, presidente di Terna, un accordo per lo sviluppo sostenibile della rete elettrica in Sicilia, che integra il protocollo Vas (Valutazione ambientale strategica) siglato nel 2004 e l'accordo attuativo del 2007. Per ammodernare e potenziare la rete Terna ha previsto in Sicilia investimenti per oltre 1 miliardo di euro, sui 7,5 miliardi a livello nazionale.


L'accordo stabilisce un'accelerazione del rilascio delle autorizzazioni per gli interventi sulla rete programmati nell'isola: sarà istituito, nella sede dell'assessorato all'Energia, un tavolo tecnico che coinvolgerà oltre l'amministrazione regionale, ciascuno per la propria competenza, anche le province, gli enti locali e il partenariato.


Per Roth l'accordo è una nuova, importante tappa del percorso che Terna e la Sicilia stanno portando avanti.


Si riporta il testo integrale dell'Assemblea regionale Siciliana a Cura dell'Onorevole Roberto Corona, a cui si deve il successo di tale risultato.

ELETTRODOTTO A 380 KV IN DOPPIA TERNA “ SORGENTE RIZZICONI”
La Vostra comunicazione del 10 settembre 2010 indirizzata per competenza al Sindaco del Comune di Villafranca Tirrena e per conoscenza inviata ad altri 51 indirizzi evidenzia chiaramente le difficoltà in cui versa la Società TERNA anche se, alla data, è provvista delle necessarie autorizzazioni per l’esecuzione dei lavori.
La richiesta minimale di “spostare e/o interrare” un tratto terminale dell’elettrodotto ricadente nelle “zone di protezione speciale”, (ZPS) in contrada “SERRO” del Comune di Villafranca; la scarsa attenzione ambientale dimostrata verso le comunità residenti  nell’area ad elevato rischio ambientale, le disattenzioni operate con il mancato coinvolgimento della partecipazione pubblica e dei consigli comunali superati dall’offerta delle “compensazioni” riflettono, tra l’altro, le condizioni di criticità in cui versa il sistema Socio-Istituzionale Siciliano. E’ mio fermo e sostanziale convincimento che il piano di sviluppo con l’elettrodotto Sicilia-Continente assicuri stabilità, flessibilità e sviluppo al sistema ed al mercato dell’energia e concorra a favorire lo sviluppo delle politiche energetiche della Nazione in linea con le strategie della Comunità Europea. Ed è in linea con il mio convincimento e direttamente collegato con le attenzioni da voi sottolineate con la sopracitata nota l’interrogazione da me posta al Presidente della Regione Siciliana, all’Assessore per l’industria e all’Assessore per il territorio e l’ambiente N° 537 del 21 aprile 2009 che integralmente richiamo e della quale riporto alcuni passi:
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Omissis
…..  il raddoppio dell'elettrodotto non è  prioritario   per il sistema di trasporto di energia elettrica  in  mancanza del potenziamento della  dorsale,  peraltro   destinata a ricevere l'energia rinnovabile di parchi   eolici che attualmente deturpano il paesaggio  senza fornire in compenso i benefici promessi;
omissis
Si interroga per sapere:
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omissis
…..se intendano rivedere le fasi di esecuzione e  le  modalità per il potenziamento della  rete  elettrica siciliana;
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omissis
Alcune criticità a compendio della sopra riportata interrogazione possono essere testè discusse e in primis: L’accettazione da parte dei Cittadini e degli Enti locali dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi è il convincimento dell’interesse generale che questa opera comporta. Tale azione di così largo effetto, (-in termini di importanza strategica e di costi-) deve rendersi compatibile con l’impatto che questo comporta e misurabile anche in termini di convenienza programmatica.
 Il Surplus (dati Terna 2008) della Calabria (+78%) e della Sicilia (+3,9%), sono elementi di facile lettura ed interpretazione che fanno riflettere i cittadini siciliani e interrogano sulla necessità primaria dell’elettrodotto. I blackout elettrici totali o parziali nel territorio Siciliano sia del 17.07.06 che hanno interessato parti delle province di Palermo, Trapani e Caltanisetta e del 4.11.06 interessando sia la parte occidentale sia quella settentrionale della Sicilia, pongono all’attenzione lo stato precario della rete di trasmissione nazionale (RTN) in Sicilia che tende ad aggravare fenomeni di perturbazione (provenienti dall’esterno, come nell’evento del 4.11.06, o provocati da particolari condizioni  atmosferiche, come nel caso del blackout del 17.07.06) generando instabilità sulle linee elettriche, con effetto domino, fino al punto di non consentire l’immissione in rete dell’energia prodotta dalle centrali in esercizio. A questo bisogna aggiungere che la generazione dell’energia da impianti-rinnovabili -Siciliani ha serie difficoltà di connessione/dispacciamento.
Un esame macroscopico del quadro produttivo al 2009 indica immediatamente le gravi carenze di cui soffre il sistema di connessione di queste energie.
L’eolico, a tutto il 2009, aveva installato una potenza lorda di circa 1.445 MWe, mentre la relativa produzione è stata pari a soli 1.150 MWh; il che significa un sotto utilizzo. In Sicilia è previsto un utilizzo medio di circa 2.200 ore/anno contro l’attuale utilizzo medio di circa 1.300 ore/anno. Altrettanta situazione si determina per il fotovoltaico che nel 2009, aveva una potenza installata di circa 44 MWe, con una produzione di circa 33 GWh e un fattore di utilizzo di meno di 800 ore/anno contro l’atteso 1.800 ore/anno;
A quanto sopra riportato bisogna considerare il volume di MWe già autorizzati o in fase avanzata di autorizzazione e si può cautelativamente attendere una potenza installata al 2012 (tra eolico e fotovoltaico) di circa 1.500 MWe e, al 2015 di circa 2.000 MWe, che non potranno essere connessi/ dispacciati. Viene da se che non dando corso allo sviluppo interno della RTN, gli impianti eolici e fotovoltaici siciliani  non potranno essere vettoriati, determinando una grave incongruenza, normativamente ed amministrativamente discutibile e di vasto effetto, anche in contrasto con l’indirizzo del P.E.A.R.S. del quale si riporta uno stralcio:
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omissis
“……..la immissione in rete di rilevanti quantitativi di energia da fonte rinnovabile è, in Sicilia, limitata dalla criticità del vettoriamento da superare con la esecuzione di interventi di infrastrutturazione, pur programmati da parte del gestore;”
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omissis
E’ quindi  evidente come  la priorità della RTN in Sicilia sia quella di uno sviluppo interno della rete, oggi non più adeguata alle necessità, e non tanto quella relativa all’import di energia elettrica  proveniente dal continente che altrettanto non potrà essere di ausilio per la riduzione del costo-Kwh- all’utenza del territorio Nazionale.
Se a tutto questo aggiungiamo la decisione,  (rilevato dagli atti di conferenza di servizio) della chiusura e/o il mantenimento in esercizio con l’utilizzo del carbone della Centrale Termoelettrica- CTE- di San Filippo del Mela, (la quale ha già ottenuto il decreto per l’Autorizzazione Integrata Ambientale-AIA), appare evidente che i cittadini del territorio siano alquanto perplessi, e si chiedano: qual’è il bilancio in termini di economia e di sostenibilità per il loro territorio e per la Sicilia dopo una spesa di circa 560 milioni di euro???

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