lunedì 21 febbraio 2011

Segnaliamo la “malaburocrazia” per favorire lo “sviluppo economico e sociale”.

Ritengo che in Sicilia stiamo giocando i tempi supplementari; in uno spazio al limite del tempo tra “coscienza” ed “incoscienza”, tra “ legittimità “ ed “illegittimità “, tra sviluppo ricercato e sottosviluppo prodotto. Chi lavora per produrre deve superare la coscienza per ritrovarsi coscientemente nell’incoscienza percorrendo la strada dell’illegittimità. La malaburocrazia è lo strumento illegittimo del “fare”; così come quando il male si sostituisce al bene; come quando la piena supera gli argini ed invade i campi, tutto è uguale, un disastro continuo, un paesaggio uniforme, dove cresce di tutto nella totale devastazione.
Il mostro da abbattere è la malaburocrazia. Ostacolo sempre più ingombrante al buon funzionamento della macchina amministrativa, contro il quale niente e nessuno può.
Cresciuto a dismisura e alimentato dalla stessa politica negli anni in cui questa perdeva legittimazione e forza, questo mostro ha occupato tutto lo spazio possibile acquistando un potere di gran lunga eccedente le sue proprie capacità.
In assenza di una tradizione e di una scuola come in Francia, di una cultura del servizio come nei paesi anglosassoni o, ancora, del senso del dovere che si riscontra nei popoli tedeschi, la nostra burocrazia è diventata un ingombro allo sviluppo.
 Ma cos’è esattamente la mala burocrazia? 
Lenta, farraginosa, compiaciuta di se stessa, autoreferenziale e molto spesso irresponsabile,  ma caratterizzata dall’assenza di regole  certe, anche dure se necessarie per proteggere il bene comune, essa si professa forte ed arrogante con i deboli a cui  impone ora questa ora quest’altra regola, e debole con i forti. Può capitare dunque che una carrozzeria possa avere limiti ambientali ed urbanistici ben più  stringenti di un petrolchimico. Può capitare che per montare un minieolico da pochi KW in città su disgustosi casermoni anni 70 si richiamino motivi e considerazioni che svaniscono quando l’eolico è di grande dimensioni.
La mala burocrazia condiziona e contagia i bravi e volenterosi, che pure non mancano, determinando una situazione di generale e diffusa inefficienza.
Invece che semplificare, piuttosto che togliere alla politica la tentazione di farsi corrompere o comunque di avvantaggiarsi del proprio potere, di potere se n'è creato un altro ben più ostile ed arrogante, indifferente al raggiungimento di qualsiasi obiettivo.
A questo problema occorre porre mano. Nessuna politica, anche la più lungimirante, può essere realizzata in assenza di un corpo amministrativo selezionato sulla base della competenza e della buona disposizione a lavorare per il bene comune.
Questa tendenza deve cambiare in fretta. Per rimettere in piedi il Paese e la nostra sfortunata Regione dobbiamo riscoprire il valore del “FARE”, del “MERITO”, del “RISULTATO”, dell’ ORGOGLIO di avere bene contribuito a raggiungere il bene comune.
(lettera firmata arrivata al blogger)

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