martedì 22 febbraio 2011

Terna, intesa con la Sicilia per sviluppo rete Previsti investimenti per un miliardo €

Roma, 18 febbraio - E' stato firmato venerdì da Giosuè Marino, vicepresidente della Regione siciliana con delega all'Energia, e da Luigi Roth, presidente di Terna, un accordo per lo sviluppo sostenibile della rete elettrica in Sicilia, che integra il protocollo Vas (Valutazione ambientale strategica) siglato nel 2004 e l'accordo attuativo del 2007. Per ammodernare e potenziare la rete Terna ha previsto in Sicilia investimenti per oltre 1 miliardo di euro, sui 7,5 miliardi a livello nazionale.


L'accordo stabilisce un'accelerazione del rilascio delle autorizzazioni per gli interventi sulla rete programmati nell'isola: sarà istituito, nella sede dell'assessorato all'Energia, un tavolo tecnico che coinvolgerà oltre l'amministrazione regionale, ciascuno per la propria competenza, anche le province, gli enti locali e il partenariato.


Per Roth l'accordo è una nuova, importante tappa del percorso che Terna e la Sicilia stanno portando avanti.


Si riporta il testo integrale dell'Assemblea regionale Siciliana a Cura dell'Onorevole Roberto Corona, a cui si deve il successo di tale risultato.

ELETTRODOTTO A 380 KV IN DOPPIA TERNA “ SORGENTE RIZZICONI”
La Vostra comunicazione del 10 settembre 2010 indirizzata per competenza al Sindaco del Comune di Villafranca Tirrena e per conoscenza inviata ad altri 51 indirizzi evidenzia chiaramente le difficoltà in cui versa la Società TERNA anche se, alla data, è provvista delle necessarie autorizzazioni per l’esecuzione dei lavori.
La richiesta minimale di “spostare e/o interrare” un tratto terminale dell’elettrodotto ricadente nelle “zone di protezione speciale”, (ZPS) in contrada “SERRO” del Comune di Villafranca; la scarsa attenzione ambientale dimostrata verso le comunità residenti  nell’area ad elevato rischio ambientale, le disattenzioni operate con il mancato coinvolgimento della partecipazione pubblica e dei consigli comunali superati dall’offerta delle “compensazioni” riflettono, tra l’altro, le condizioni di criticità in cui versa il sistema Socio-Istituzionale Siciliano. E’ mio fermo e sostanziale convincimento che il piano di sviluppo con l’elettrodotto Sicilia-Continente assicuri stabilità, flessibilità e sviluppo al sistema ed al mercato dell’energia e concorra a favorire lo sviluppo delle politiche energetiche della Nazione in linea con le strategie della Comunità Europea. Ed è in linea con il mio convincimento e direttamente collegato con le attenzioni da voi sottolineate con la sopracitata nota l’interrogazione da me posta al Presidente della Regione Siciliana, all’Assessore per l’industria e all’Assessore per il territorio e l’ambiente N° 537 del 21 aprile 2009 che integralmente richiamo e della quale riporto alcuni passi:
………………….
Omissis
…..  il raddoppio dell'elettrodotto non è  prioritario   per il sistema di trasporto di energia elettrica  in  mancanza del potenziamento della  dorsale,  peraltro   destinata a ricevere l'energia rinnovabile di parchi   eolici che attualmente deturpano il paesaggio  senza fornire in compenso i benefici promessi;
omissis
Si interroga per sapere:
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omissis
…..se intendano rivedere le fasi di esecuzione e  le  modalità per il potenziamento della  rete  elettrica siciliana;
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omissis
Alcune criticità a compendio della sopra riportata interrogazione possono essere testè discusse e in primis: L’accettazione da parte dei Cittadini e degli Enti locali dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi è il convincimento dell’interesse generale che questa opera comporta. Tale azione di così largo effetto, (-in termini di importanza strategica e di costi-) deve rendersi compatibile con l’impatto che questo comporta e misurabile anche in termini di convenienza programmatica.
 Il Surplus (dati Terna 2008) della Calabria (+78%) e della Sicilia (+3,9%), sono elementi di facile lettura ed interpretazione che fanno riflettere i cittadini siciliani e interrogano sulla necessità primaria dell’elettrodotto. I blackout elettrici totali o parziali nel territorio Siciliano sia del 17.07.06 che hanno interessato parti delle province di Palermo, Trapani e Caltanisetta e del 4.11.06 interessando sia la parte occidentale sia quella settentrionale della Sicilia, pongono all’attenzione lo stato precario della rete di trasmissione nazionale (RTN) in Sicilia che tende ad aggravare fenomeni di perturbazione (provenienti dall’esterno, come nell’evento del 4.11.06, o provocati da particolari condizioni  atmosferiche, come nel caso del blackout del 17.07.06) generando instabilità sulle linee elettriche, con effetto domino, fino al punto di non consentire l’immissione in rete dell’energia prodotta dalle centrali in esercizio. A questo bisogna aggiungere che la generazione dell’energia da impianti-rinnovabili -Siciliani ha serie difficoltà di connessione/dispacciamento.
Un esame macroscopico del quadro produttivo al 2009 indica immediatamente le gravi carenze di cui soffre il sistema di connessione di queste energie.
L’eolico, a tutto il 2009, aveva installato una potenza lorda di circa 1.445 MWe, mentre la relativa produzione è stata pari a soli 1.150 MWh; il che significa un sotto utilizzo. In Sicilia è previsto un utilizzo medio di circa 2.200 ore/anno contro l’attuale utilizzo medio di circa 1.300 ore/anno. Altrettanta situazione si determina per il fotovoltaico che nel 2009, aveva una potenza installata di circa 44 MWe, con una produzione di circa 33 GWh e un fattore di utilizzo di meno di 800 ore/anno contro l’atteso 1.800 ore/anno;
A quanto sopra riportato bisogna considerare il volume di MWe già autorizzati o in fase avanzata di autorizzazione e si può cautelativamente attendere una potenza installata al 2012 (tra eolico e fotovoltaico) di circa 1.500 MWe e, al 2015 di circa 2.000 MWe, che non potranno essere connessi/ dispacciati. Viene da se che non dando corso allo sviluppo interno della RTN, gli impianti eolici e fotovoltaici siciliani  non potranno essere vettoriati, determinando una grave incongruenza, normativamente ed amministrativamente discutibile e di vasto effetto, anche in contrasto con l’indirizzo del P.E.A.R.S. del quale si riporta uno stralcio:
…………
omissis
“……..la immissione in rete di rilevanti quantitativi di energia da fonte rinnovabile è, in Sicilia, limitata dalla criticità del vettoriamento da superare con la esecuzione di interventi di infrastrutturazione, pur programmati da parte del gestore;”
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omissis
E’ quindi  evidente come  la priorità della RTN in Sicilia sia quella di uno sviluppo interno della rete, oggi non più adeguata alle necessità, e non tanto quella relativa all’import di energia elettrica  proveniente dal continente che altrettanto non potrà essere di ausilio per la riduzione del costo-Kwh- all’utenza del territorio Nazionale.
Se a tutto questo aggiungiamo la decisione,  (rilevato dagli atti di conferenza di servizio) della chiusura e/o il mantenimento in esercizio con l’utilizzo del carbone della Centrale Termoelettrica- CTE- di San Filippo del Mela, (la quale ha già ottenuto il decreto per l’Autorizzazione Integrata Ambientale-AIA), appare evidente che i cittadini del territorio siano alquanto perplessi, e si chiedano: qual’è il bilancio in termini di economia e di sostenibilità per il loro territorio e per la Sicilia dopo una spesa di circa 560 milioni di euro???

lunedì 21 febbraio 2011

Richiesa al Presidente di Movimento azzurro di realizzare una sezione per l'area del tirreno

estratto dalla lettera inviata al Presidente...

AIA Raffineria di Milazzo



RASSEGNA SCOLASTICA DI MUSICA .  Premio Nazionale “Salvuccio Percacciolo

Comune di Mirto (ME)     L’Istituto Comprensivo di Longi Frazzanò e Mirto Associazione Musicale G. Verdi

 Presidenza Nazionale dell’AGIMUS di Roma



  Con la presente ho il piacere di invitare la sua JUNIOR BAND della sua Associazione a partecipare alla“XVII RASSEGNA SCOLASTICA di MUSICA“–organizzata dal  Comune di Mirto (ME), in collaborazione e  l’Associazione musicale. G Verdi di  Mirto.   La manifestazione si svolgerà a Mirto (ME) il 14 maggio 2011.



L’ISCRIZIONE ALLA RASSEGNA È’ TOTALMENTE GRATUITA,

Possono partecipare gli alunni delle Scuole di ogni ordine e grado Pubbliche e Private  con lo scopo di valorizzare la musica come fattore educativo  e di incoraggiare i giovani allo studio della Musica



Il direttore artistico

 Armando Percacciolo



Per informazione di carattere organizzativo e artistico-musicale sulla

RASSEGNA SCOLASTICA DI MUSICA .  Premio Nazionale “Salvuccio Percacciolo

rivolgersi alla direzione artistica:  Percacciolo Armando Via Ugo Bassi N. 37. 98070 MIRTO (ME). Cell. 329 6330573 Tel. 0941 919316  E mail: armando.percacciolo@libero.it consultare il sito  :  www.mirto.info

MILAZZO: NUOVO IMPIANTO PER CREARE IDROGENO

Maurizio Liuzzo Vita 4+4


Scrivere poesie è come scattare istantanee della propria vita, momenti che fissano su carta un ricordo preciso che, un giorno, leggendo riaffiorerà alla mente insieme ad una lacrima o un sorriso.
Cosi un libro di poesie diventa un album fotografico, un contenitore di ricordi da sfogliare quando si ha nostalgia di ciò che è stato o semplicemente per guardarsi un po’ indietro.
La speranza è che chi legge possa provare le stesse sensazioni, che possa emozionarsi allo stesso modo di chi scrive, che possa ritrovarsi nelle parole e nei versi di queste poesie, e credo che questo sia il massimo risultato che uno scrittore può ottenere.
“Vita 4+4” è questo, l’album di foto, la scatola dei ricordi del mio percorso, da qui infatti il nome “Vita”.
Ognuno di noi poi ha i suoi numeri a cui tiene in modo particolare; ebbene fra i miei numeri quello più “presente” è di certo l’otto.
Nella mia vita l’otto è dovunque; nel nome, nella data di nascita, nell’ora di nascita, nelle date importanti della mia vita e, spesso, anche nella vita di ogni giorno.
È un numero ricco di fascino e significati, se lo ruotiamo in orizzontale diventa il simbolo dell’infinito, se lo spacchiamo a metà diventano come due entità che si uniscono, come succede nell’amore, la sua forma, se vogliamo, ci ricorda la clessidra e quindi il tempo, altro fattore molto importante nella vita di ognuno.
Insomma l’otto è il mio numero, cosi ho deciso di “dedicargli” il mio primo libro che forse è anche il più importante inserendo 44 poesie (4+4) con quell’otto che fa capolino in copertina, e non solo nel titolo!
Beh che altro dire, questa è la mia vita, questa è vita 4+4,
buona lettura.  
 MAURIZIO LIUZZO

Degrado autostrade Siciliane

Cara/o amica/o,
Spero di farTi cosa gradita inviadoTi l'articolo pubblicato oggi,
sulla Gazzetta del Sud a pag. 27, che mi vede impegnato sul
degrado delle autostrade Siciliane.
                                                          Nino Germanà

Risoluzione del Parlamento europeo sull'emergenza rifiuti in Campania adottata il 3 febbraio 2011 a Bruxelles

Risoluzione del Parlamento europeo sull'emergenza rifiuti in Campania adottata il 3 febbraio 2011 a Bruxelles
Il Parlamento europeo,
–    vista la direttiva 75/42/CEE del Consiglio, del 15 luglio 1975, relativa ai rifiuti1, in particolare l'articolo 4,
–    vista la direttiva 91/689/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi2, in particolare l'articolo 2,
–    vista la direttiva 1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti3, in particolare l'articolo 11 e l'allegato II,
–    visto il quadro riveduto della direttiva relativa ai rifiuti (2008/98/CE)4, in particolare gli articoli 17 e 18,
–    vista la sua risoluzione del 19 novembre 2003 sulla relazione di seguito relativa alla direttiva del Consiglio 75/442/CEE (direttiva quadro sui rifiuti)5,
–    vista la sua risoluzione del 16 settembre 1998 sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio relativa all'applicazione delle direttive sulla politica in materia di rifiuti6,
–    visto il documento di lavoro sulla missione d'inchiesta della commissione per le petizioni in Campania (Italia) dal 28 al 30 aprile 20107,
–    vista la legge 123/2008 della Repubblica italiana, promulgata il 14 luglio 2008,
–    vista la direttiva 2008/99/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, sulla tutela penale dell'ambiente8,
–    vista la sentenza della Corte di giustizia europea nella causa C-135/05 del 26 aprile 2007,
–    vista la sentenza della Corte di giustizia europea nella causa C-297/08 del 4 marzo 2010,
–    visti gli articoli 191 e 260 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
–    vista la direttiva 2003/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 maggio 2003, che prevede la partecipazione del pubblico all'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale9, in particolare l'articolo 2,
–    vista la convenzione di Aarhus,
–    visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,
A.    considerando che l'emergenza rifiuti in Campania rappresenta il capitolo più complesso di una storia di gestione problematica dei rifiuti in varie parti d'Italia, fra cui il Lazio, la Calabria e la Sicilia, che un'emergenza rifiuti è stata dichiarata negli anni '90 e che sono stati nominati commissari governativi dotati di poteri e fondi speciali,
B.    considerando che il decreto legge italiano n. 195 del 31 dicembre 2009 ha dichiarato ufficialmente chiuso lo stato d'emergenza e, da quella data in poi, delega alle autorità provinciali la responsabilità della gestione dei rifiuti,
C.    considerando che il 5 ottobre 2010 la commissione per le petizioni del Parlamento ha approvato un documento di lavoro su una missione d'inchiesta in Campania (Italia) dal 28 al 30 aprile 2010, effettuata in risposta a varie petizioni presentate sui problemi di gestione dei rifiuti nella regione,
D.    considerando che, dopo quella dell'estate 2007, una nuova crisi è scoppiata subito dopo l'adozione della relazione sulla missione da parte della commissione per le petizioni; che l'annuncio delle conseguenti misure eccezionali, quali l'apertura di nuove discariche, è stato seguito da proteste di massa,
E.    considerando che la soluzione iniziale che prevedeva la produzione di "ecoballe" e rifiuti organici non è stata effettuata correttamente, per cui non è stato possibile eliminarle; che, per mancanza di procedimenti di filtraggio o selezione dei rifiuti, secondo le stime sono stati prodotti oltre sette milioni di tonnellate di ecoballe di qualità inferiore agli standard,
F.    considerando che il primo inceneritore di Acerra è diventato operativo soltanto nel marzo 2010, che il suo funzionamento è stato ostacolato dalla mancanza di adeguate infrastrutture per la differenziazione e il trattamento dei rifiuti e che persistono preoccupazioni sull'eliminazione delle ceneri tossiche derivanti dall'incenerimento,
G.    considerando che i progressi compiuti nella riduzione dei rifiuti e nel riciclaggio dei rifiuti domestici sono stati minimi e che rifiuti domestici e di altro tipo continuano ad essere portati nelle discariche indiscriminatamente, talvolta a quanto sembra mescolati a vari tipi di rifiuti industriali,
H.    considerando che numerose discariche sono state dichiarate aree di interesse strategico per cui è stato impedito ai cittadini, ai sindaci e alle autorità locali, compresa la polizia, di verificare cosa vi venga effettivamente trasportato,
I.    considerando che l'aspetto più importante della gestione della crisi dei rifiuti è la pratica di derogare a regolamenti e controlli, compresa ad esempio la concessione di deroghe alle valutazioni di impatto ambientale e alla normativa sugli appalti pubblici; che ai commissari è stata conferita l'autorità di decidere l'ubicazione di impianti, discariche e inceneritori nonché le società alle quali affidare i contratti, senza adeguata consultazione o informazione delle autorità locali e degli abitanti circa le decisioni assunte; che il sistema che prevede la gestione dei rifiuti da parte di commissari straordinari è stato oggetto di pesanti critiche e ha dato corso a inchieste giudiziarie, ed è attualmente considerato da gran parte della popolazione come parte del problema, per l'insita mancanza di trasparenza e di vigilanza istituzionale, anziché la soluzione,
J.    considerando che, secondo la convenzione di Aarhus, i cittadini hanno il diritto di essere informati della situazione esistente sul proprio territorio e che è compito delle autorità fornire informazioni e motivare i cittadini a sviluppare un atteggiamento e forme di comportamento responsabili; che, conformemente alla direttiva 2003/35/CE, gli Stati membri provvedono affinché al pubblico vengano offerte tempestive ed effettive opportunità di partecipazione alla preparazione e alla modifica o al riesame dei piani ovvero dei programmi che devono essere elaborati,

K.    considerando che i cittadini che hanno protestato contro questa situazione o che hanno cercato di proporre approcci alternativi non hanno ricevuto idonea attenzione; che le autorità politiche nazionali hanno posto i siti dei rifiuti e l'inceneritore di Acerra sotto lo stretto controllo delle forze armate; che, recentemente, sono stati operati alcuni arresti nel corso di manifestazioni pubbliche al riguardo, il che dimostra che la relazione tra i cittadini e le autorità è stata danneggiata e che sta crescendo lo scontento dei cittadini,
L.    considerando che nel 2007 la Commissione ha deciso di sospendere, sino a quando non sia abolita la struttura commissariale, 135 milioni di euro di contributi per il periodo finanziario 2006-2013, a favore di progetti di gestione dei rifiuti, e un ulteriore importo pari a 10,5 milioni di euro per il periodo finanziario 2000-2006,
M.    considerando che in gran parte delle città i progressi compiuti nella riduzione dei rifiuti e nel riciclaggio dei rifiuti domestici sono stati minimi; che, stranamente, notevoli progressi sono stati compiuti in alcune città nella differenziazione e nella raccolta dei rifiuti domestici anche se l'attuale ciclo dei rifiuti si basa ancora ampiamente sulle discariche e sull’incenerimento, in contrasto con gli orientamenti della nuova direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE); che si sta esaminando un piano di gestione dei rifiuti che rispetti i principi della legislazione dell'UE in materia di rifiuti per quanto riguarda la gerarchia del trattamento e la sicurezza d'impiego delle discariche o dell'incenerimento,
N.    considerando che non vengono effettuati controlli sulla qualità dei rifiuti domestici e lo scarico di rifiuti pericolosi in discariche illegali e il fatto che non siano tenuti nel debito conto fattori ideologici e idrologici al momento di decidere l'ubicazione delle discariche in siti quali Chiaiano ha portato a un elevato rischio di contaminazione del suolo e delle falde freatiche circostanti; che ciò viola gli articoli 17 e 18 della direttiva quadro sui rifiuti e la direttiva sulle discariche,
O.    considerando che la Corte di giustizia nella sua sentenza del 26 aprile 2007 nella causa C-135/05 ha dichiarato che, omettendo di adottare tutte le misure necessarie per garantire, in particolare, che i rifiuti siano raccolti o smaltiti senza mettere in pericolo la salute umana e senza utilizzare procedure o metodi che possano danneggiare l'ambiente e, in secondo luogo, omettendo di vietare l'abbandono, lo scarico o lo smaltimento incontrollato di rifiuti la Repubblica italiana ha omesso di adempiere ai suoi obblighi nei confronti del diritto comunitario; che, nella sua recente sentenza del 4 marzo 2010 nella causa C-297/08, la Corte di giustizia ha dichiarato che, omettendo di adottare tutte le misure necessarie per la regione Campania, la Repubblica italiana ha omesso di adempiere ai suoi obblighi ai sensi degli articoli 4 e 5 della direttiva 2006/12/CE,
P.    considerando che la Commissione non ha ricevuto la versione definitiva del piano di gestione dei rifiuti per la regione Campania nel rispetto della sentenza della Corte; che il Parlamento, ha comunque preso atto di una bozza di piano di gestione dei rifiuti presentato oltre la scadenza del 31 dicembre 2010,


Q.    considerando che, nella sua risoluzione del 16 settembre 1998 relativa all'applicazione delle direttive sulla politica in materia di rifiuti, il Parlamento ha già chiesto l'avvio sistematico di procedure di infrazione contro gli Stati membri che omettano di osservare tutte le disposizioni di queste direttive e di redigere un elenco trimestrale delle cause contro gli Stati membri inadempienti intentate dinanzi alla Corte di giustizia, compreso un elenco delle cause già decise dalla Corte e un elenco delle sanzioni da essa imposte; che, nella sua risoluzione del 19 novembre 2003 sulla relazione di seguito sulla direttiva quadro sui rifiuti, ha chiesto un controllo approfondito e coerente e il coordinamento dell'attuazione della legislazione sui rifiuti in vigore,
1.    chiede che venga individuata con urgenza una soluzione sostenibile rispondente ai criteri dell'Unione europea, ossia che venga attuato un piano per la gestione dei rifiuti nell'ambito del quale, in conformità della direttiva 2008/98/CE, il rispetto della gerarchia del ciclo dei rifiuti costituisca il fondamento centrale; chiede alla Commissione di tenerlo informato in merito agli sviluppi, compresa l'attuazione di un piano di gestione dei rifiuti, e il rispetto della sentenza della Corte di giustizia del 4 marzo 2010 e delle regole UE;
2.    ricorda che il rispetto della normativa dell'UE in materia di rifiuti in Campania richiede un impegno molto energico per ridurre il volume dei rifiuti e spostare l'ago della bilancia verso la prevenzione, la riduzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, attraverso la predisposizione di adeguate infrastrutture, e osserva che occorre porre maggiormente l'accento sul recupero dei rifiuti organici, soprattutto in questa regione a vocazione prevalentemente agricola; raccomanda che i dati siano verificati e che sia istituito un sistema per lo scambio delle migliori pratiche;
3.    ritiene che le misure straordinarie applicate per lunghi periodi dalle autorità italiane, tra cui la nomina di commissari speciali o la designazione dei siti dei rifiuti quali aree "di interesse strategico" sotto il controllo dell'esercito, siano state controproducenti e teme che l'opacità instauratasi nella gestione dei rifiuti da parte delle autorità pubbliche abbia favorito una maggiore presenza di gruppi di criminalità organizzata, anziché ridurla, sia nella gestione ufficiale dei rifiuti a livello regionale che nello smaltimento illegale dei rifiuti industriali; chiede pertanto alle diverse autorità responsabili di assicurare un livello di trasparenza molto maggiore;
4.    sottolinea l'importanza di ricostruire un clima di fiducia attraverso un dialogo strutturato tra i cittadini e le varie autorità nonché tra i diversi livelli di governo; deplora le accuse di ordine penale rivolte dalla autorità contro alcuni cittadini che stavano dimostrando pacificamente contro l'apertura di nuove discariche e la violenza usata dalle forze dell'ordine contro i dimostranti; è convinto che solo coinvolgendo attivamente i cittadini nell'intero processo si possa trovare col tempo una soluzione durevole ai problemi che la regione deve affrontare in materia di rifiuti;
5.    ribadisce che la Commissione sta attualmente bloccando i fondi strutturali UE destinati alla Campania, fondi che saranno sbloccati non appena il piano per la gestione dei rifiuti sarà effettivamente conforme alle norme UE;
6.    richiama l'attenzione sui sette milioni di tonnellate di ecoballe il cui contenuto è all'esame, ammassate nei siti di stoccaggio, specialmente a Taverna del Re, e sottolinea l'importanza di dare la priorità alla loro rimozione e al loro smaltimento, una volta che ne sia stato opportunamente accertato l'esatto contenuto; insiste sul fatto che lo smaltimento delle ecoballe deve avvenire utilizzando opportune forme di trattamento e affrontato nel quadro del piano per la gestione dei rifiuti, stabilendo chiaramente i siti in cui deve avvenire ogni trattamento e basandosi sulle prassi previste dalla legge;
7.    osserva che occorre esaminare con urgenza lo scarico abusivo e a cielo aperto di rifiuti misti e non identificati nei pressi del sito di Ferrandelle e chiede che vengano eseguiti rigorosi controlli di gestione; ricorda alle autorità competenti che, per rispettare appieno la direttiva IED/IPPC (direttiva 2010/75/UE), esse devono predisporre rigorosi controlli sulla manipolazione di specifici tipi di rifiuti industriali, a prescindere dalla loro origine; evidenzia inoltre che devono essere approntati siti all'uopo designati che siano conformi alle disposizioni delle direttive UE applicabili, assicurando in tal modo la realizzazione di infrastrutture adeguate per i rifiuti industriali, speciali e tossici; domanda una spiegazione per il mancato utilizzo del sito destinato ad accogliere i rifiuti organici e chiede che ne venga disposta l'entrata in funzione, a condizione che la struttura soddisfi i criteri stabiliti dalla direttiva sulla gestione dei rifiuti; sollecita un monitoraggio delle discariche gestite privatamente senza idonea autorizzazione e un'idonea azione per garantire il rispetto delle regole UE;
8.    deplora la precedente decisione di aprire discariche in aree protette all'interno del parco nazionale del Vesuvio, come a Terzigno; si oppone fermamente a qualsiasi progetto di ampliamento di queste discariche e accoglie positivamente la decisione di non aprire una seconda discarica a Terzigno (Cava Vitiello);
9.    prende atto del fatto che la Commissione ha dichiarato che la localizzazione di discariche in siti della rete Natura 2000 non costituisce di per sé violazione del diritto dell'Unione e rileva inoltre che, nel rispetto del diritto dell'Unione, sono state selezionate o sono già utilizzate discariche situate in parchi naturali, in siti della rete Natura 2000 e in siti appartenenti al patrimonio dell'UNESCO; si domanda se ciò comporti rischi per l'ambiente o la salute; ritiene che situare discariche in zone culturali o protette sia inconciliabile con la normativa ambientale; chiede che la Commissione modifichi la normativa UE sui rifiuti in modo da vietare categoricamente la presenza di discariche in siti della rete Natura 2000; propone che la Commissione chieda alla Corte di giustizia di emanare un'ingiunzione in caso di ampliamento delle discariche esistenti in aree naturali protette o dell'apertura di nuove discariche in siti della rete Natura 2000;
10.    esorta il governo italiano ad agire in questo settore conformemente al diritto UE, in particolare a osservare le due ultime sentenze della Corte di giustizia europea, a rispettare i termini di osservanza che ne derivano, fissati dalla Commissione, rettificando tutte le già ricordate violazioni del diritto UE, in linea con l'obbligo di prendere le misure necessarie a garantire il rispetto a tutti i livelli dell’acquis comunitario UE;
11.    invita la Commissione a fare il tutto il possibile, nell'ambito delle sue competenze, per monitorare gli sforzi compiuti dalla autorità italiane competenti per garantire che i rifiuti siano adeguatamente raccolti, differenziati e trattati, ad esempio mediante ispezioni sistematiche, ed esorta le autorità regionali a presentare un piano credibile di gestione dei rifiuti; chiede alla Commissione di invitare la delegazione del Parlamento europeo a partecipare alle ispezioni;
12.    sottolinea che la pianificazione e attuazione del ciclo dei rifiuti è di competenza delle autorità italiane; ritiene che l'onere di bonificare i siti campani che sono stati contaminati dall'inquinamento proveniente da varie forme di rifiuti non debba essere sostenuto dai contribuenti, ma dai responsabili dell'inquinamento conformemente al principio "chi inquina paga";
13.    rileva che l’Italia non ha notificato la trasposizione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente entro la scadenza del 26 dicembre 2010, ma si aspetta che l’Italia osservi pienamente la direttiva e applichi di conseguenza le sanzioni ai reati in materia di rifiuti elencati nella direttiva, anche a persone giuridiche, qualora esistano le condizioni;
14.    invita la Commissione a monitorare gli sviluppi e a sfruttare i propri poteri, anche intentando una nuova azione che chieda sanzioni pecuniarie (articolo 260 del TFUE), al fine di garantire che le autorità campane ottemperino senza indugio alla sentenza della Corte n. C-304/02, in particolare facendo sì che le discariche esistenti rispettino la legislazione UE;
15.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al governo e al parlamento italiani.

Segnaliamo la “malaburocrazia” per favorire lo “sviluppo economico e sociale”.

Ritengo che in Sicilia stiamo giocando i tempi supplementari; in uno spazio al limite del tempo tra “coscienza” ed “incoscienza”, tra “ legittimità “ ed “illegittimità “, tra sviluppo ricercato e sottosviluppo prodotto. Chi lavora per produrre deve superare la coscienza per ritrovarsi coscientemente nell’incoscienza percorrendo la strada dell’illegittimità. La malaburocrazia è lo strumento illegittimo del “fare”; così come quando il male si sostituisce al bene; come quando la piena supera gli argini ed invade i campi, tutto è uguale, un disastro continuo, un paesaggio uniforme, dove cresce di tutto nella totale devastazione.
Il mostro da abbattere è la malaburocrazia. Ostacolo sempre più ingombrante al buon funzionamento della macchina amministrativa, contro il quale niente e nessuno può.
Cresciuto a dismisura e alimentato dalla stessa politica negli anni in cui questa perdeva legittimazione e forza, questo mostro ha occupato tutto lo spazio possibile acquistando un potere di gran lunga eccedente le sue proprie capacità.
In assenza di una tradizione e di una scuola come in Francia, di una cultura del servizio come nei paesi anglosassoni o, ancora, del senso del dovere che si riscontra nei popoli tedeschi, la nostra burocrazia è diventata un ingombro allo sviluppo.
 Ma cos’è esattamente la mala burocrazia? 
Lenta, farraginosa, compiaciuta di se stessa, autoreferenziale e molto spesso irresponsabile,  ma caratterizzata dall’assenza di regole  certe, anche dure se necessarie per proteggere il bene comune, essa si professa forte ed arrogante con i deboli a cui  impone ora questa ora quest’altra regola, e debole con i forti. Può capitare dunque che una carrozzeria possa avere limiti ambientali ed urbanistici ben più  stringenti di un petrolchimico. Può capitare che per montare un minieolico da pochi KW in città su disgustosi casermoni anni 70 si richiamino motivi e considerazioni che svaniscono quando l’eolico è di grande dimensioni.
La mala burocrazia condiziona e contagia i bravi e volenterosi, che pure non mancano, determinando una situazione di generale e diffusa inefficienza.
Invece che semplificare, piuttosto che togliere alla politica la tentazione di farsi corrompere o comunque di avvantaggiarsi del proprio potere, di potere se n'è creato un altro ben più ostile ed arrogante, indifferente al raggiungimento di qualsiasi obiettivo.
A questo problema occorre porre mano. Nessuna politica, anche la più lungimirante, può essere realizzata in assenza di un corpo amministrativo selezionato sulla base della competenza e della buona disposizione a lavorare per il bene comune.
Questa tendenza deve cambiare in fretta. Per rimettere in piedi il Paese e la nostra sfortunata Regione dobbiamo riscoprire il valore del “FARE”, del “MERITO”, del “RISULTATO”, dell’ ORGOGLIO di avere bene contribuito a raggiungere il bene comune.
(lettera firmata arrivata al blogger)

giovedì 10 febbraio 2011

Un quadro strategico comune europeo per la competitività e l'innovazione

Eleonora Santucci

LIVORNO. La Commissione europea propone un "Quadro strategico comune"- inserito in un Libro Verde - relativo all'attuale programma quadro di ricerca (7° PQ), il programma quadro per la competitività e l'innovazione e l'Istituto europeo dell'innovazione e della tecnologia (Eit).

E lo fa con l'intento di creare un insieme coerente di strumenti di finanziamento lungo l'"intera catena dell'innovazione", dalla ricerca fondamentale all'immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi, sostenendo anche l'innovazione non tecnologica (ad esempio nel settore del design e della commercializzazione). Tanto che si ripropone entro il 2011 di presentare una proposta legislativa relativa alle spese di ricerca e innovazione nell'ambito del futuro bilancio Ue dopo il 2013.

Acqua, agricoltura e ambiente


Agricoltura, utilities e industria alleate per la sostenibilità

Roma, 22 febbraio 2011
Sala Conferenze, Palazzo Marini - Via del Pozzetto.

Per la prima volta allo stesso tavolo tutti i soggetti interessati all’acqua, dall’agricoltura agli usi civili: Istituzioni, Federutility, Anbi, Coldiretti, aziende.
Per discutere del bilancio e delle prospettive “sostenibili” tracciate nello studio di Althesys, che ha analizzato i possibili impatti sull’economia dell’adozione di politiche efficienti e innovative nella gestione dell’acqua.



per iscriversi al convegno
http://www.althesys.com/eventi.cfm?evento=505

per maggiori informazioni
http://www.althesys.com/eventi.cfm?evento=505

il portale dei finanziamenti europei

news letter febbraio

Risarcibilità del danno ambientale

Per dare una definizione di danno ambientale e del suo risarcimento possiamo fare una macro distinzione tra ordinamenti di common law e di civil law.

Gli ordinamenti di common law, nonostante negli ultimi anni ci sia stato un surplus normativo in materia ambientale (aria, acqua, suolo, inquinamento atmosferico, rifiuti), essendo ancorati al diritto giurisprudenziale la definizione di danno ambientale e le modalità di risarcimento sono legate all’orientamento della giurisprudenza.

SOCIETA’ PIRELLI DI VILLAFRANCA LE FIBRE KILLER E I CANCEROGENI MIETONO VITTIME


SOCIETA’ PIRELLI DI VILLAFRANCA LE FIBRE KILLER E I CANCEROGENI MIETONO VITTIME

    Mentre l’on. Nino Germanà, si accingeva a prepararsi per l’interpellanza sulle fibre killer di Amianto e sui prodotti cancerogeni della Valle del Mela e della Società Pirelli Spa, da discutere oggi, in parlamento a Roma e l’Asp 5 di Messina non riesce, dal lontano settembre 2010, ad iniziare le sorveglianze Sanitarie per gli ex dipendenti in pensione della Pirelli e di tutte le altre aziende della provincia, il Killer colpisce ancora.

     La settimana scorsa è toccato ad una ex lavoratrice, per la quale aspettiamo di avere la documentazione, ma sembrerebbe causa morte per Neoplasia, ieri è toccato a Benito Bonaccorso, residente a Messina, di anni 74. Ha lavorato alla Società Pirelli di Villafranca Tirrena dal 31/03/1964 al 30/06/1992 per anni 28, con mansioni di manutentore meccanico.

      Dopo tanti anni di serio lavoro, effettuato senza mezzi di protezione e senza essere mai stato al corrente dei rischi lavorativi, alla chiusura dell’azienda, nel 92, andato in pensione, inizia ad accusare disturbi respiratori, nel 2008, sottoposto a sue spese, in quanto abbandonato dalle Sorveglianze Sanitarie previste per legge, si sottopone ad alcuni accertamenti e ricoveri, per i quali gli viene diagnosticato un CARCINOMA POLMONARE IN SOGGETTO ESPOSTO AD AMIANTO CON INSUFFICIENZA CARDIACA, riconosciuta anche dall’INAIL il 04/02/2009.

      Impossibile descrivere le gravi sofferenze per i quali è stato costretto a convivere, Benito, in questi due anni e mesi, per non parlare dei figli che costantemente gli sono rimasti al suo fianco, cercando di aiutarlo o di alleviare i dolori, pur sapendo che non vi era nulla da fare contro il Killer della vita.

      Chiediamo, ai responsabili dell’ASP 5 di Messina, all’Assessore Regionale alla Sanità Siciliana, quante ex dipendenti dovranno morire prima di effettuare quella sorveglianza Sanitaria prevista dalle vigenti normative? Non bastano i circa 300 decessi? Quante ex lavoratori non potranno essere salvati? Quali i motivi di tutto questo ritardo? Le risorse Finanziarie? Ci auguriamo che così non sia in quanto una vita umana non può essere raffrontata con le risorse finanziarie.

                                                                                                                    Il Presidente
                                                                                                                  Salvatore  Nania


Giammoro li 10/02/2012
                                                                                      

martedì 8 febbraio 2011

Inaugurazione anno giudiziario

Il Cambiamento è arrivato!



Ci siamo! Il Cambiamento è arrivato! Il Cambiamento è qui. Come dove? Proprio davanti ai tuoi occhi, ma soprattutto dentro di te, tra i tuoi amici e conoscenti, in ogni tua, vostra, nostra azione. È ora di metterci in moto. Noi, insieme, ce la faremo. Anzi, ce l'abbiamo già fatta!

la mostra della casa ecologica

Campi elettromagnetici e salute umana: servono nuovi standard

Il 3 febbraio scorso l'International EMF Alliance (IEMFA), Alleanza Internazionale sui Campi Elettromagnetici, ha annunciato la pubblicazione sulla rivista scientifica Environmental Health di un parere scientifico sui pericoli per la salute umana derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici.

Considerati i rischi ai quali è esposta la popolazione mondiale, il Seletun Scientific Statement - accordo redatto da sette scienziati provenienti da cinque paesi e coordinato dal prof. Olle Johansson dell'Istituto Karolinska in Svezia – chiede ai governi una notevole riduzione dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici.

Energie rinnovabili e inquinamento del paesaggio




Puntare sulle energie rinnovabili rappresenta sicuramente una soluzione valida per la salute del pianeta e dei suoi abitanti, a condizione però, ci ricorda Antoine Fratini nell'articolo che segue, "che alle forme classiche di inquinamento dell’aria e dell’acqua non si sostituisca l’inquinamento dei paesaggi e dell’anima".

il Mediterraneo brucia